Aldo Cazzullo ha scelto di raccontare la Prima guerra mondiale
attraverso i ricordi dei pochi sopravvissuti. Nelle piazze di ogni
paese, anche del più sperduto e disabitato, c'è sempre una lapide a
ricordare una generazione, i ragazzi nati alla fine dell'Ottocento,
spazzata via dalla guerra al fronte. Una guerra che combatterono poveri
fanti nelle trincee, mal armati, denutriti e impreparati a vivere
condizioni estreme. E in pochi ebbero la fortuna di tornare per
raccontarla. A cento anni dall'inizio di quell'ecatombe, Cazzullo
ricorda e riannoda i fili di un passato lontano.