"Perché 'retribuite', queste memorie? Perché, salvo due o tre eccezioni,
sono state scritte su richiesta di vari giornali, settimanali, riviste,
libri bisognosi di prefazione, e naturalmente pagate. Non si tratta
quindi di un'autobiografia o di una confessione alla maniera di Alfieri o
Rousseau. Mi chiedevano qualcosa sulla mia prima sigaretta, sul
turpiloquio dei bambini, sui castelli piemontesi, perché mai avessi
lasciato l'alta cultura per andarmi a occupare di fantascienza e
fumetti, quali fossero stati i miei rapporti con Italo Calvino, Franco
Lucentini, Pietro Citati, e così via. Tutto molto occasionale, casuale
e, come accade nella vita di tutti, con milioni di cose non dette,
lasciate fuori. Ma non ho certo dimenticato le tante amiche e i tanti
amici che mi hanno aiutato e confortato nel corso degli anni e che
considero la mia più grande fortuna. Quanto alle mutandine, figurano
solo nel titolo, cui non ho saputo rinunciare. Nel libro non ce ne sono,
non c'è gossip, non ci sono rivelazioni piccanti né ricordi maliziosi
(anche se, volendo...)".