In questo mémoire, Raphael Luzon racconta la fine della storia
millenaria della Comunità ebraica di Libia. Ancora bambino, fu costretto
ad abbandonare Bengasi in seguito al pogrom che nel 1967 le folle arabe
scatenarono contro gli ebrei. Inizia così per lui un esilio pieno di
nostalgia e sofferenze, di cambiamenti e di nuove sfide davanti alle
quali non perde mai la speranza di far tornare a battere, almeno nella
memoria, il cuore della sua comunità cancellata dall’impeto distruttivo
del fanatismo. Eppure Luzon scrive senza risentimento, per lui la
ricerca della giustizia non è mai caccia al colpevole; all’ostilità
antepone il desiderio di riconciliazione, sapendo che niente muove le
coscienze più di una testimonianza sincera, vera, equilibrata. In questo
senso, Roberto Saviano scrive nella prefazione: “Consiglio al lettore
di soffermarsi, tenerlo un po’ più a lungo tra le mani, di risfogliarlo e
rileggere alcuni passi, perché nelle parole di Luzon possiamo talvolta
trovare l’ispirazione per intraprendere un cammino di pace e di
memoria”.