La cultura oggi è assimilabile a un reparto di un grande magazzino di
cui fanno esperienza persone trasformate in consumatori. È fatta di
offerte, non di divieti; di proposte, non di norme. È impegnata ad
apparecchiare tentazioni e ad allestire attrazione, ad allettare e
sedurre, non a dare regolazioni normative. Si può dire che, nell'epoca
liquido-moderna, la cultura sia plasmata per adeguarsi alla libertà
individuale di scelta e alla responsabilità individuale nei confronti di
tale scelta. Inoltre si può dire che la sua funzione sia quella di
garantire che la scelta debba essere e sempre rimanga una necessità e un
dovere inderogabile di vita, mentre la responsabilità della scelta e le
sue conseguenze restano là dove la condizione umana liquido-moderna le
ha poste: ovvero sulle spalle dell'individuo, adesso chiamato al ruolo
di amministratore capo della "politica della vita" e suo unico
funzionario.