Pisa, settembre 1900. Per festeggiare l'arrivo del nuovo re d'Italia,
Vittorio Emanuele III, il quale ha deciso di visitare per la prima volta
la tenuta reale di San Rossore, viene deliberato di dare in suo onore,
nel teatro della città, la nuova opera del maestro Giacomo Puccini, il
quale condivide con il re la passione per la caccia nelle tenute
dintorno a Massaciuccoli. Purtroppo, l'opera in questione è Tosca,
melodramma franco italiano dai forti contenuti politici, che dileggia il
potere costituito. Rappresentare Tosca in faccia a sua altezza, il
quale è salito al trono dopo che Gaetano Bresci ha crivellato il suo
augusto genitore, Umberto I, appena due mesi prima, potrebbe creare dei
problemi: tanto più se il ruolo di Cavaradossi viene affidato a Ruggero
Balestrieri, tenore dall'ugola d'oro e soprattutto noto come anarchico
militante. A seguire l'evento, che rischia di accendere gli animi, viene
mandato da Roma come corrispondente Ernesto Ragazzoni - poeta,
traduttore, giornalista anticonformista dell'Italia umbertina, dotato di
un umorismo trasgressivo e controcorrente -, dal bicchiere facile, il
quale farà amicizia con vari membri della compagnia, con alcuni
simpatici cavatori carrarini che, tra un capitello e l'altro, cacciano
di frodo nella Reale Tenuta, e soprattutto con gli osti della zona,
nell'attesa della prima rappresentazione. Rappresentazione nel corso
della quale il tenore verrà fucilato sia come Cavaradossi che come
Balestrieri: qualche ignoto, infatti, pare abbia...