Un'autobiografia? Una storia del Brasile dagli anni sessanta a oggi?
Caetano Veloso si muove su un doppio binario e ci racconta di sé (come
uomo, come artista) e di uno dei momenti più significativi della storia
culturale del suo paese. Centralissima, l'avventura del Tropicalismo,
movimento rivoluzionario e libertario che, sotto la dittatura militare,
ha messo in prima linea la musica popolare brasiliana. Caetano Veloso
parte da se stesso, dall'infanzia e dall'adolescenza a Santo Amaro,
attraverso errabonde esperienze, a Rio de Janeiro, a Sào Paulo, a Londra
e poi di nuovo in Brasile. Incrocia le più diverse forme espressive: il
rock'n'roll, le arti plastiche, il cinema (Novo), la poesia (concreta),
la filosofia, l'estetica, i modernisti brasiliani -con, al centro,
Oswald de Andrade e la sua antropofagia -, la televisione, la politica,
la bossa nova e il suo grande maestro: Joào Gilberto. Verità tropicale è
un grande bazar di fatti, di nomi, di personaggi che entrano in campo,
spariscono, ritornano. Caetano si espone, si mette a nudo, fragile,
incoerente, trascinante. Parla di religione, di droghe, di sesso con
tanta limpidezza da destare commozione. E intanto lascia emergere
l'immagine di una nazione giovane, di un popolo giovane, di un desiderio
quasi sensuale di novità che rispecchia perfettamente l'idea che oggi
il mondo si sta facendo del Brasile di Lula.