Mi chiamo Giacomo Mazzariol, ho diciotto anni. Vivo in una cittadina del
Veneto con i miei genitori, le mie sorelle Chiara e Alice e mio
fratello Giovanni. Io sono il secondogenito, Giovanni è il più piccolo;
ci togliamo sei anni. Ci sono alcune cose che dovete sapere, di
Giovanni. Lui è uno che, se va a prendere il gelato e gli chiedono:
"Cono o coppetta?", risponde: "Cono!", e se io gli faccio notare che poi
il cono non lo mangia dice: "Be', neanche la coppetta la mangio!"
Giovanni è uno che paga, prende il resto e lo butta via con lo
scontrino. È uno che ruba il cappello a un barbone e scappa. Che ama i
dinosauri e il rosso. Che va al cinema con una compagna di classe, torna
a casa e annuncia che si è sposato. Che balla in mezzo alla piazza, da
solo, al suono della musica di un artista di strada, e uno dopo l'altro i
passanti cominciano a imitarlo: Giovanni è uno che fa ballare le
piazze. Per lui il tempo è sempre venti minuti, mai più di venti minuti:
se uno va in vacanza per un mese, è stato via venti minuti. Ogni giorno
va in giardino e porta un fiore alle sorelle, e se è inverno e non ne
trova, porta loro foglie secche. Giovanni sa essere estenuante,
logorante. Giovanni ha dodici anni e un sorriso più grande dei suoi
occhiali. È molto meno bravo di me in matematica, però è più simpatico.
Giovanni ha un cromosoma in più.