La luce di un pomeriggio autunnale e una figlia che ti dorme addosso,
mentre le altre due giocano canticchiando. Le notti passate a lavorare, e
quelle passate a vegliare le bambine. Le domande inattese, che ti
spingono a cercare le parole. Le trecce venute male, le scarpe da
allacciare, le gare di solletico, le leccate sulla faccia, i baci a
tutte le ore. Sono questi gli istanti di irripetibile normalità che
Matteo Bussola cattura con la sua scrittura lieve e spesso ironica.
Padre di tre figlie piccole, sa restituirne lo sguardo stupito, lo
stesso con cui, da quando sono nate, anche lui prova a osservare il
mondo. Dialoghi strampalati, divertenti scene domestiche, riflessioni in
punta di piedi. Nell’”abitudine di restare” si scopre una libertà
inattesa, nei gesti piccoli della vita quotidiana si scopre quanto
poetica possa essere la paternità.