Nelle sue storie Aimee Bender usa la dimensione surreale e fantastica, a
volte fiabesca, per raccontare in maniera originale l’amore, il
tradimento, il desiderio sessuale, le dinamiche familiari, l’amicizia.
Dietro un uomo che torna dalla guerra senza labbra, una donna che
partorisce misteriosamente la propria madre, un folletto che si innamora
di una sirena nei corridoi di un liceo americano – dietro l’ereditiera o
la bibliotecaria che cercano di esorcizzare il dolore con il sesso,
dietro il delinquente ossessionato dalla propria bruttezza – c’è in
fondo ognuno di noi, con la sua solitudine, le sue paure e le sue
infinite possibilità di redenzione. Figlia del postmoderno di Calvino e
del minimalismo di Carver, la scrittura leggera ma mai banale della
Bender è una forma di «realismo magico» dallo straordinario impatto
emotivo.