Queste storie sono accomunate da riflessioni postume su un passato che
tramanda i suoi misteri senza risolvere rancori, invidie e amori
complicati e cattivi. Senza nessuna garanzia che gli anni possano
spegnere gli incendi della giovinezza, che non smettono di consumare
l'ossigeno delle relazioni. Quella tra le sorelle Et e Char, per
esempio, avvinghiate l'una all'altra più dal risentimento che
dall'affetto, o quella tra Val e Cam, in "Perdono di famiglia", dove
l'insofferenza della sorella per l'eterna accoglienza benevola riservata
dalla madre al figliol prodigo, si risolve nella rivendicazione del
diritto a non perdonare, mai. Nel racconto finale dilaga l'acqua torbida
e scura del rapporto tra madre e figlia: "La valle dell'Ottawa" è
costruito come un collage, una sorta di album di famiglia per quadri
successivi e per viaggi paralleli nel passato. Un racconto ambizioso per
complessità di struttura e profondità di analisi, ma soprattutto, come
oggi sappiamo, la promessa di altre storie a venire...