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Mio fratello rincorre i dinosauri

 «Hai cinque anni, due sorelle e desidereresti tanto un fratellino per fare con lui

giochi da maschio. Una sera i tuoi genitori ti annunciano che lo avrai, questo 
fratello, e che sarà speciale. Tu sei felicissimo: speciale, per te, vuol dire «supereroe». Gli scegli pure il nome: Giovanni. Poi lui nasce, e a poco a poco capisci che sí, è diverso dagli altri, ma i superpoteri non li ha. Alla fine scopri la parola Down, e il tuo entusiasmo si trasforma in rifiuto, addirittura in vergogna. Dovrai attraversare l’adolescenza per accorgerti che la tua idea iniziale non era cosí sbagliata. Lasciarti travolgere dalla vitalità di Giovanni per concludere che forse, un supereroe, lui lo è davvero. E che in ogni caso è il tuo migliore amico. Con Mio fratello rincorre i dinosauri Giacomo Mazzariol ha scritto un romanzo di formazione in cui non ha avuto bisogno di inventare nulla. Un libro che stupisce, commuove, diverte e fa riflettere. Insomma, è la storia di Giovanni, questa. Giovanni che ha tredici anni e un sorriso piú largo dei suoi occhiali. Che ruba il cappello a un barbone e scappa via; che ama i dinosauri e il rosso; che va al cinema con una compagna, torna a casa e annuncia: «Mi sono sposato». Giovanni che balla in mezzo alla piazza, da solo, al ritmo della musica di un artista di strada, e uno dopo l’altro i passanti si sciolgono e cominciano a imitarlo: Giovanni è uno che fa ballare le piazze. Giovanni che il tempo sono sempre venti minuti, mai piú di venti minuti: se uno va in vacanza per un mese, è stato via venti minuti. Giovanni che sa essere estenuante, logorante, che ogni giorno va in giardino e porta un fiore alle sorelle. E se è inverno e non lo trova, porta loro foglie secche. Giovanni è mio fratello. E questa è anche la mia storia. Io di anni ne ho diciannove, mi chiamo Giacomo.»

Lo stile semplice e la scrittura lineare accompagnano il Bildungsroman dell’adolescente Giacomo verso un itinerario di scoperta e accettazione di un rapporto fraterno diverso dalla trama fantasiosa immaginata durante l’attesa della nascita. Lontano da sentimentalismi ostentati e ripetuti moralismi, il romanzo tende a rappresentare con autenticità tanto le avventure spassose vissute da Giovanni quanto le difficoltà psicologiche di Giacomo nell’affrontare un rapporto fuori dagli schemi di quella che è convenzionalmente classificata come normalità. Sarà proprio il suo ‘super’ fratello a fargli da maestro in questo viaggio di formazione, ad insegnargli che la diversità arricchisce senza chiedere nulla in cambio, dilata prospettive senza oscurare orizzonti e migliora la vita di chi sa accogliere.