L’arte del Novecento, in modo particolare nella prima metà del secolo, è
un vorticoso susseguirsi di movimenti e “ismi”. Difficile dunque
definirla in un sistema museale chiuso e immutabile, meglio, e forse più
giusto, cercare di catturarne lo spirito di molteplicità e di
contaminazione continua attraverso un programma di mostre temporanee,
tematiche, che tengono conto di connessioni, rimandi e affinità fra
artisti anche apparentemente lontani. Daverio diventa curatore di
“esposizioni immaginate” e, come di consueto, rovescia le categorie
storicizzate e propone di guardare con occhi nuovi al secolo passato. La
danza, l’ansia dell’uomo contemporaneo, la città del futuro sono solo
alcuni dei temi affrontati.