Tu che sai tutto, tu che sai come è stato creato il mondo, dimmi, esiste un numero da cui sono discesi tutti gli altri?
«Questo vuoto, questo niente, ha un nome? Tu come lo chiami? Perché qualcuno l'avrà pure battezzato in qualche modo»
«Lo hanno chiamato in tante maniere. Io preferisco il niente; o il vuoto. Tu, comunque, chiamalo come vuoi. Tanto da stanotte è tuo. Il niente ti appartiene».
«E se lo chiamassi come il vento di stanotte?»
«Zefiro? Suona bene».
«Lo hanno chiamato in tante maniere. Io preferisco il niente; o il vuoto. Tu, comunque, chiamalo come vuoi. Tanto da stanotte è tuo. Il niente ti appartiene».
«E se lo chiamassi come il vento di stanotte?»
«Zefiro? Suona bene».
Tutto era andato bene. Fino a poco prima, all'anno 557, che per i
cristiani infedeli è il 1179. Quando un pisano è sbarcato al porto con
suo figlio. Sembra muto e pare non abbia alcuna voglia di parlare, il
bambino. Invece è furbo come mille gatte, scaltro, abile nel
fare e comprendere i calcoli. Appena arrivato, è stato subito un
problema, ogni giorno ne pensa una. Un ragazzo pestifero. Non rimane che
affidarlo a un famoso maestro, Ahmed. Ma una notte, nel deserto, le
cose cambiano all’improvviso. Conta le stelle, dice il vecchio, e per
farlo chiudi gli occhi e immagina la luna, più o meno così: 0. In quel
segno c’è tutta la magia dell’universo. Nove cifre, con, in più, lo
zero. Combinate insieme possono rappresentare qualunque grandezza: la
più piccola, la più grande. Con grazia. Con facilità. E, ora che ha
scoperto questa nuova magia, le stelle, le può contare davvero.
La storia nella storia
Leonardo, protagonista della storia, è una vera peste. A
Bugia, dove è arrivato con suo padre, porta scompiglio, fa scherzi,
combina guai nelle viuzze tortuose della città. Ma ha una dote
straordinaria: in meno che non si dica, apprende la scienza dei numeri
arabi da un grande matematico del posto. La storia di Leonardo è
ispirata alla vita del matematico Leonardo Fibonacci (1170-1240 circa)
che da bambino visse a Bugia, nell’odierna Algeria, con il padre
Guglielmo dei Bonacci. Fibonacci è noto per aver introdotto in Europa il
sistema decimale, in sostituzione dei numeri latini. Nel suo Liber abbaci (1202)
compaiono per la prima volta le nove cifre e il segno 0. Un segno che
porta con sé le tracce di culture e mondi diversi: lo zero, in latino
chiamato zephirus, è un adattamento dell'arabo sifr, a sua volta ripreso dal termine indiano śūnya, che significa ‘vuoto’.