A volte ci rinchiudiamo in noi stessi con la sensazione di essere
vittime di ingiustizie o fraintendimenti, a volte ci scateniamo in
discussioni accese e inconcludenti. Normalmente, infatti, emozioni come
l’umiliazione, il rancore, l’indignazione, la rabbia e la disperazione
provocano un inasprimento del conflitto, la rottura del rapporto e uno
stato di solitudine e discordia, ma non servono mai a trovare una
soluzione.
La nota psicoterapeuta tedesca Bärbel Wardetzki dimostra che non siamo
impotenti di fronte a situazioni di questo genere, perché dipende in
gran parte da noi cosa consideriamo un’offesa e in che misura ci
sentiamo feriti.
Quarta di copertina
“In molti casi siamo liberi di decidere
se accettare l’umiliazione oppure se restituirla al mittente. Non siamo
costretti a subire qualcosa che non ci appartiene. In breve, siamo noi a
stabilire cosa diventa un’offesa.”
Un’offesa è come un ceffone in pieno viso, uno schiaffo per l’anima.
Colpisce direttamente la nostra autostima. Ci sentiamo insultati,
sottovalutati e incompresi.
Spesso questo è frutto non tanto dell’affronto in sé – sia esso espresso
a parole oppure da comportamenti, gesti o scelte di vita – quanto
piuttosto della nostra reazione a esso.
Come cadiamo nelle trappole dell’offesa, e come uscirne? Come evitare di
prenderla sul personale? Che cosa ci spinge a sentirci sminuiti o a
sminuire il prossimo? E, sul fronte opposto, come non farsi manipolare
dai suscettibili? Affrontando il problema a 360 gradi, dal punto di
vista dell’offeso, ma anche di chi, spesso involontariamente, offende,
troveremo in questo libro – balzato in testa alle classifiche tedesche a
pochi giorni dalla sua pubblicazione – le risposte essenziali per far
fronte ai perversi meccanismi che si innescano a causa di torti,
insolenze e provocazioni.