Conducendo la sua inchiesta sulla “piccola setta ebraica che sarebbe
diventata il cristianesimo”, Carrère riesce a far rivivere davanti ai
nostri occhi gli uomini del I secolo d.C., e ci trasporta dall’Asia
minore ad Atene, da Corinto a Roma – ma insieme, come già in Limonov, ci
racconta di se stesso, di sua moglie, del suo “periodo devoto”, di uno
psicoanalista sagace, del suo amico buddhista, di una baby-sitter
squinternata e di molto altro.