Outeniqua 1994: una città immaginaria nel Sudafrica, pochi mesi prima
delle elezioni che porteranno Nelson Mandela al potere. Kristien, dopo
molti anni di esilio a Londra, torna nella città dove ha trascorso la
sua infanzia per vegliare la nonna, Ouma Kristina, in punto di morte.
Ouma, lucidissima e ispirata, comincia subito a raccontare la propria
vita. E raccontando disegna un formidabile intreccio di storie, maestoso
come un affresco, struggente come la polvere in cui sembrano sfarinare i
sogni di molte vite. Più la memoria torna indietro, e più emergono fra
evocazioni leggendarie e tortuose vicende famigliari figure di antenate
ribelli e inquiete, che molto condividono con Kristien e poco con sua
sorella Anna, sposata a un violento razzista che mai ha voluto lasciare.
È proprio il rapporto tra Anna e Kristien a riportarci drammaticamente
alle elezioni imminenti. Il passato dell’apartheid viene riscritto alla
luce di un nuovo presente e di nuovi interrogativi: qual è l’eredità
della repressione? E cosa accade dei vecchi incubi quando un sogno
s’avvera?