Questo trattatello venne elaborato «come un pulito preparato anatomico»
per dare una sistemazione formale agli «artifici disonesti ricorrenti
nelle dispute». Schopenhauer fornisce trentotto stratagemmi, leciti e
illeciti, a cui ricorrere per «ottenere» ragione: per difenderla quando
la si ha, e per farsela dare quando sta dalla parte dell’avversario. Con
freddezza classificatoria Schopenhauer ci indica «le vie traverse e i
trucchi di cui si serve l’ordinaria natura umana per celare i suoi
difetti».
Ma, nello stesso tempo, si tratta di un testo che si situa in un
crocevia del pensiero moderno: negli stessi anni in cui Hegel indicava
nella dialettica la via per giungere al culmine dello Spirito, il suo
irriducibile antagonista Schopenhauer la raccomandava come fioretto da
impugnare in quella «scherma spirituale» che è il discutere, senza
badare alla verità. Le ragioni sottintese in questo duro contrasto sono
illustrate nel saggio di Franco Volpi che accompagna il testo.