Studio e vademecum del fondatore dell'esistenzialismo europeo intorno all'insulto come metafora e strategia dell'esistenza, ma anche come arte e talento individuale. Una vera e propria silloge di ingiurie da scagliarsi contro tutte le forme di autorità e coercizione.
Quarta di copertina
L'insulto
è un genere al quale tutti noi - anche le nature più impassibili -
finiamo prima o poi per ricorrere, trascinati da inevitabili circostanze
della vita. Ma, al pari della scherma o di qualsiasi altra tecnica di
attacco e difesa, l'insulto, per risultare efficace e raggiungere il suo
scopo, deve diventare oggetto di studio. Benché di solito lo si associ
alla rozzezza e alla collericità, saper lanciare all'indirizzo altrui
l'ingiuria, l'invettiva o l'improperio adatti, scientificamente
studiati, implica infatti una vera e propria arte. Rovistando fra le
carte edite e inedite di Schopenhauer, abbiamo trovato quel che fa al
caso. Non una trattazione astratta dell'insulto in tutte le sue forme e
varianti, ma una silloge di ingiurie concretamente proferite e scagliate
con categorica impertinenza contro tutto e contro tutti: la società, il
popolo, le istituzioni, le donne, l'amore, il sesso, il matrimonio, i
colleghi, il genere umano, la storia, la vita - insomma: contro il mondo
intero. Esse si imprimono nella nostra mente con la forza del paradigma
da emulare non appena la vita ce ne offrirà l'occasione. Un'arte di
insultare, dunque, che ci viene insegnata come nelle antiche scuole si
insegnava l'etica: non con la teoria ma con l'esempio e la pratica. A
cura e con un saggio di Franco Volpi