L'alba color acciaio è fredda come la pioggia sottile che si deposita
silenziosa tra i suoi capelli e le scivola lungo il collo. Chiara
Ravello però ha smesso di farci caso nell'istante in cui si è inoltrata
nel quartiere ebraico. Ha come la sensazione che quei vicoli siano stati
svuotati di vita e non rimanga che l'eco di una sofferenza muta. Quando
sbuca in una piazza, Chiara vede un camion sul quale sono ammassate
diverse persone. Tra di esse, nota una madre seduta accanto al figlio.
Le due donne si fissano per alcuni secondi. Non si scambiano nemmeno una
parola, basta quello sguardo. Chiara capisce e, all'improvviso,
incurante del pericolo, inizia a gridare che quel bambino è suo nipote.
Con sua grande sorpresa, i soldati fanno scendere il piccolo e mettono
in moto il camion, lasciandoli soli, mano nella mano. Sono passati
trent'anni dal rastrellamento del ghetto di Roma, e all'apparenza Chiara
conduce un'esistenza felice. Abita in un bell'appartamento in centro,
ha un lavoro che ama, è circondata da amici sinceri. Tuttavia su di lei
grava il peso del rimpianto per quanto accaduto con Daniele, il bambino
che ha cresciuto come se fosse suo e che poi, una volta adulto, è
svanito nel nulla, spezzandole il cuore. E, quando si presenta alla sua
porta una ragazza che sostiene di essere la figlia di Daniele, Chiara si
rende conto che è arrivato il momento di fare i conti con gli errori
commessi, con le scelte sbagliate, con i segreti taciuti troppo a
lungo...