C'è una città che meglio di altre rappresenta cosa sta diventando il
nostro paese. Tra cocaina che scorre a fiumi, centri commerciali
ipertrofici, cantanti neomelodici, ragazzi obesi che vestono come i
tronisti di Maria De Filippi e tonnellate di spazzatura in
decomposizione, oggi Napoli è la capitale pornografica della nazione,
laboratorio di un capitalismo fallimentare. La verità è che, sotto gli
occhi di tutti, Napoli sta deteriorandosi, dissipando il suo patrimonio
culturale, rovinando il suo dialetto, abitata com'è da masse
quotidianamente pornografiche, abbrutite dalla tivvù, cui spesso mancano
gli strumenti basilari della comunicazione. "Quando parlo di città
quotidianamente pornografica non mi riferisco all'etimo greco della
parola pornografia. Mi riferisco alla manifestazione esplicita e di
routine da parte di masse di napoletani - non necessariamente di atti
sessuali, né di nudità - di comportamenti sociali corrivi, che ammiccano
all'atto sessuale e alla nudità, senza distinzione di genere. Quando è
iniziato tutto ciò? Quando Napoli ha iniziato a essere un luogo di mille
pornografie di contorno alla monnezza e alla criminalità, considerate i
principali film a luci rosse che da decenni vengono proiettati in
città? Quando abbiamo iniziato a separare il nostro immaginario da
quello del resto del paese? Ripenso a tutto e nonostante mi sforzi di
trovare una risposta complessa mi viene da pensare che Napoli, in fondo,
è una città semplice."