La statale 18 è una delle tante arterie stradali del sud. Strada
mortale, disseminata di curve, gallerie, incantevoli scorci, ma anche
brutture vergognose. Il dissennato abusivismo, la gestione sconsiderata
delle coste cementificate, ma anche le contraddizioni di località sul
mare che uniscono ai loro panorami mozzafiato, un’inquietudine nascosta.
A pochi chilometri dalla più famosa e famigerata Salerno-Reggio
Calabria questo lembo di asfalto, che unisce le località tirreniche
della Calabria, è lo specchio più fedele di una regione e di un paese.
Mauro Francesco Minervino, antropologo e scrittore tra invettiva e
poesia racconta ed emoziona come i narratori ottocenteschi del gran
tour. La Statale è un pretesto per descrivere un’Italia ancora
pasolinianamente impossibilitata alla modernizzazione, tra degrado
ambientale e la natura che resiste. Con la stessa efficacia e la
malinconia di George Gissing, Minervino affronta la Statale 18 come se
fosse il percorso di un intellettuale in mezzo alle macerie in cui si
gioca una partita tra conservazione e ricostruzione, paese legale e
paese nascosto, cosche e istituzioni, la continua dialettica di un sud
che va narrato.