Il nuovo romanzo di Julian Barnes racconta la storia vera di Dmitrij
Sostakovic, uno dei compositori più raffinati del XX secolo che,
rifiutandosi di prendere la via dell’esilio, dovette fare i conti per
molti anni con i gusti musicali di Stalin e per tutta la vita con la
macchina opprimente del potere sovietico. Sopravvissuto miracolosamente
alle purghe degli anni Trenta e soprattutto alla stroncatura
probabilmente scritta dallo stesso Stalin, sulle pagine della “Pravda”,
della sua unica opera, Lady Macbeth del Distretto di Mcensk, Sostakovic
divenne suo malgrado un fiore all’occhiello del Regime, usato spesso e
volentieri dal potere come strumento di propaganda, per esempio contro
Igor Stravinskij, che con l’Unione Sovietica non voleva avere nulla a
che fare. E Sostakovic adorava la musica di Stravinskij. Julian Barnes
fa di questa indimenticabile storia una meditazione sull’arte, sul suo
potere e sui suoi limiti, e fa trasparire attraverso lo sguardo di un
grandissimo romanziere un essere umano in tutta la sua vigliaccheria e
in tutto il suo coraggio.