Saverio Lamanna è un giornalista disilluso, passato alla comunicazione
politica. Si trova a suo agio nella Roma dei flirt occasionali e dei
locali alla moda, nell'abito elegante del quarantenne disimpegnato. Ma
un inciampo professionale fa crollare il suo castello di carte.
Licenziato dal sottosegretario di cui era il portavoce, è costretto a
tornare nella sua Sicilia e a rifugiarsi nella villetta di famiglia sul
mare di Màkari. In questo approdo provvisorio, Lamanna ritrova Peppe
Piccionello, esemplare locale in mutande e infradito, carico di una
saggezza pratica e antica. E nel paradiso sul mare trapanese conosce
Suleima, una ragazza che potrebbe farlo perfino felice. Nato e cresciuto
in quattro racconti inclusi in altrettante raccolte di questa casa
editrice, Lamanna ha la battuta pronta, idiosincrasia ai luoghi comuni e
soprattutto ai pregiudizi, perfino quelli positivi, che ruotano attorno
ai siciliani. Per campare si inventa piccoli mestieri, decide
addirittura di farsi scrittore di gialli. La minuta celebrità locale gli
procura qualche lavoretto atipico. Una ricca signora lo assolda per
tenere d'occhio la sorella minore, dietro il paravento di ufficio stampa
di una produzione cinematografica. Così Saverio Lamanna, con
l'improbabile spalla Piccionello, fa irruzione alla Mostra del Cinema di
Venezia: entrambi si muovono con disinvoltura tra star americane,
registi famosi e tappeti rossi.