Intorno alle 11 del 14 aprile 1930 i telefoni di Mosca si mettono a
suonare tutti insieme, come indemoniati, portando «l’oceanica notizia»
della morte di Vladimir Majakovskij, «primo poeta delle masse». Ma al di
là dei significati simbolici di cui il suo suicidio si ricopre – è il
segno della tragica fine dell’utopia rivoluzionaria? –, che cosa succede
davvero quella mattina nella piccola stanza di una casa di coabitazione
dove il poeta è da poco arrivato in compagnia di una bellissima
attrice, sua amante? Rileggendo con l’acribia del filologo-detective i
documenti, Serena Vitale ha magistralmente ricostruito, ora per ora,
quello che ancora oggi viene considerato uno dei Grandi Misteri della
storia russa.