Come in Signore e signori (2004), nei sei monologhi qui raccolti Alan
Bennett ci presenta una serie di personaggi cangianti e sottilmente
obliqui, attingendo agli aspetti più tetri, ma anche più perfidamente
comici, della vita di individui in apparenza normalissimi: l’addetto
alle pulizie di un parco, la commessa di un grande magazzino,
l’impeccabile casalinga ignara delle efferatezze del marito. Vite
segregate, brulle, donne dimesse che sono protagoniste o testimoni di
atti sordidi e agghiaccianti e ci raccontano una storia guardandoci
negli occhi – anche se noi sappiamo che in realtà ne stanno raccontando
un’altra.